Epoca Romana

 

Testaccio in epoca moderna

Alla fine del XIX secolo e agli inizi del XX il rione cambia volto e si ripopola, dopo l’Unità d’Italia, infatti, il Piano Regolatore del 1871 destinò l’area a ospitare gli stabilimenti industriali e le annesse abitazioni operaie. Su progetto dell’architetto G. Ersoch fu realizzato il moderno e funzionale Mattatoio. Le abitazioni popolari all’inizio non furono dotate di infrastrutture (rete idrica, elettrica, fognaria, etc.), determinando condizioni di vita precarie e inadeguate. La situazione cambiò solo dopo il 1909, con l’intervento del Comune attraverso i nuovi edifici dell’Istituto Case Popolari. L’ex-Mattatoio, gli edifici di edilizia popolare, la chiesa di Santa Maria Liberatrice e l’Oratorio Salesiano, testimoniano la nascita del quartiere popolare operaio, evidenziando non solo le scelte architettoniche e urbanistiche ma anche la compagine sociale ed economica e i conflitti sociali che hanno caratterizzato il quartiere al momento della sua nascita. Le grotte del Monte si trasformarono a loro volta da semplici magazzini di vino in negozi, laboratori artigiani, osterie e depositi. Il regime fascista promosse un’ulteriore fase edilizia abitativa e infrastrutturale, con le Poste dell’architetto A. Libera e la caserma dei Vigili del Fuoco in via Marmorata, che corrispose al graduale inserimento nel quartiere dei ceti medi impiegatizi e ad una progressiva trasformazione sociale del quartiere. Infine il giardino in piazza S. M. Liberatrice dedicato alla famiglia Di Consiglio, martire delle Fosse Ardeatine, e il cimitero di guerra del Commonwealth rappresentano la memoria della II Guerra Mondiale. Oggi il Testaccio conserva un carattere popolare ma trasforma anche gradualmente il suo tessuto, accogliendo e metabolizzando realtà culturali diverse, quali la facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre, l’Istituto Europeo di Design e una sezione del Museo di Arte Contemporanea di Roma, e dimostrando grandi potenzialità nell’evoluzione della sua fisionomia sociale, commerciale e culturale ma anche, purtroppo, fenomeni di abusivismo feroce nelle grotte del Monte che sono ancora oggi visibili.