L’area del Testaccio, non inclusa nelle mura più antiche di Roma, venne inglobata tra il 271 e il 279 d. C. all’interno della cinta fortificata voluta dall’imperatore Aureliano e ultimata dal successore Probo (cd. Mura Aureliane). Tale circuito, di poco inferiore ai 19 km, fu realizzato per far fronte alle esigenze difensive della città, capitale di un vasto impero minacciato dai Barbari. Accanto a criteri di ordine strategico, economicità e rapidità di esecuzione determinarono la scelta del tracciato. Furono così inglobati edifici preesistenti, come la Piramide Cestia, grande sepolcro di età augustea, che in caso di assedio avrebbe anche potuto costituire un fattore di rischio. Nell’area di Testaccio le Mura Aureliane, oggi conservate in particolare lungo via del Foro Boario, comportarono cambiamenti rilevanti nelle relazioni tra città e porto fluviale, contribuendo probabilmente alla dismissione della discarica di anfore da trasporto che costituì l’odierno Monte dei Cocci, testimoniando il volume dei traffici tra I e III sec.

contribuendo probabilmente alla dismissione della discarica di anfore da trasporto che costituì l’odierno Monte dei Cocci, testimoniando il volume dei traffici tra I e III sec.Costruite in opera laterizia, alte originariamente 6,5 m ca. e larghe 3,5, con un cammino di ronda scoperto riparato da merli e torri quadrangolari ogni 30 m ca., le Mura conobbero successivamente interventi di restauro e sistemazione sino ad epoca moderna, poiché rappresentarono la principale fortificazione di Roma fin quando il Regno d’Italia sottrasse la città ai Papi nel 1870. Si ricorda in particolare, per il grande impatto, la soprelevazione realizzata tra il 401 e il 403 sotto l’imperatore Onorio, mentre nel tratto che qui specialmente interessa, tra la Porta Ostiense e il Tevere, consistenti furono anche gli interventi di XV sec. caratterizzati dall’uso di blocchetti di tufo e dalla presenza di merlature pronunciate.

 

(L. D’Alessandro)

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