Inaugurata il 28 ottobre 1929, nell'anniversario della marcia fascista su Roma e nel quadro di un più generale intervento del regime nell’area, la caserma dei Vigili del Fuoco è dedicata ad A. De Jacobis, Vice Brigadiere morto in servizio, vittima di un cecchino tedesco, durante i combattimenti che nel corso della II Guerra Mondiale infuriarono presso la vicina Porta S. Paolo all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943, quando gruppi di partigiani -unitamente a reparti dell'Esercito Italiano- tentarono di resistere all'occupazione da parte delle truppe naziste.

Opera dell'Arch. V. Fasolo, la casema si caratterizza per l'impiego di materiali (tufo e travertino) e tecniche (bugnato) proprie della tradizione costruttiva romana, nonché per l’uso dei volumi spezzati. L’edificio rispondeva all’esigenza di dare ai Vigili del Fuoco di Roma, rifondati in età napoleonica ed accasermati per esigenze di reperibilità e preparazione tecnica sin dal 1894, strutture non provvisorie o riadattate, ma appositamente create per le necessità del servizio e del Corpo, che nel 1939 - anche in vista dello sforzo bellico - sarebbe divenuto nazionale.

La caserma presenta pertanto alcune peculiarità funzionali: l’autorimessa a quarto di circolo con sette grandi porte dalle quali potevano uscire i mezzi d’intervento in qualsiasi direzione; il cortile interno per lavare i veicoli, sul quale si affacciava l’officina per le riparazioni; l’alta torre, che oltre ad essere espressione di una sperimentazione architettonica del segno verticale e di una visione non  orizzontale della città, era destinata alle manovre di scala e all’asciugatura all’ombra dei tubi dopo un incendio per una migliore manutenzione delle dotazioni. Inoltre, vi erano una cabina telefonica interna con più linee e complessi circuiti di illuminazione, ordinario, di gala e straordinario, che si accendeva con la massima intensità al momento degli allarmi.
Il seminterrato dell’edificio oggi ospita il Museo “Roma città del Fuoco”, con ricostruzioni ed oggetti d’epoca che illustrano l’attività dei Vigili del Fuoco dall’epoca antica a quella contemporanea.


(L. D’Alessandro).

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